2°Papa straniero dopo 455 anni ed i 27 anni di pontificato di Papa Wojtyla.

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tattina
view post Posted on 26/10/2009, 16:21




Papa Benedetto XVI
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Benedetto XVI
Papa della Chiesa cattolica


Cooperatores veritatis

Al secolo: Joseph Alois Ratzinger
Nato Marktl am Inn, Germania, 16 aprile 1927 (1927-04-16) (82 anni)
Elezione
al pontificato 19 aprile 2005
Consacrazione: 24 aprile 2005
Fine del
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Deceduto
Segretario
personale: Georg Gänswein, Alfred Xuereb
Predecessore: Papa Giovanni Paolo II
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Cardinali creati: vedi categoria
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Papa Benedetto XVI, nato Joseph Alois Ratzinger (in latino: Benedictus XVI; Marktl am Inn, 16 aprile 1927), attuale vescovo di Roma, è il 265º papa della Chiesa cattolica. In quanto tale, è primate d'Italia, capo del collegio episcopale e sovrano dello Stato del Vaticano, oltre agli altri titoli propri del romano Pontefice[1].

Eletto papa il 19 aprile 2005, dopo la morte di Giovanni Paolo II, è il settimo pontefice tedesco nella storia della Chiesa cattolica e il primo dopo Stefano IX, eletto nel 1057.

Indice
1 Biografia
1.1 Le origini e la gioventù
1.2 Gli studi
1.3 Il servizio ecclesiastico
1.4 Ratzinger "prefetto della fede"
1.5 Altri ruoli e riconoscimenti
1.6 L'elezione come successore di Giovanni Paolo II
1.7 La scelta del nome
1.8 Lo stemma
1.9 Il motto
1.10 La messa di inizio del ministero petrino
1.11 La presa di possesso della Cattedra romana
2 Il pontificato
2.1 Le linee guida
2.1.1 L'invito a rispettare tutte le religioni
2.1.1.1 Altri messaggi per la pace
2.1.2 Il dialogo ecumenico con la Chiesa ortodossa
2.1.3 L'attenzione ai temi del Concilio Vaticano II
2.1.4 Il rapporto della Chiesa con ebrei e musulmani
2.1.4.1 Benedetto XVI nei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau
2.1.4.2 La controversia di Ratisbona e il dialogo con l'Islam
2.1.4.3 La polemica sul negazionismo del vescovo Richard Williamson
2.1.4.4 La visita in Terra Santa
2.1.5 La rivalutazione di aspetti della tradizione
2.1.6 La lettera ai cattolici della Cina
2.1.7 Fede e ragione
2.1.8 La globalizzazione
2.1.9 L'incontro con Küng
2.1.10 Il caso Fernando Lugo
2.1.11 Morale sessuale
2.2 Viaggi apostolici
2.3 Opere e documenti
2.4 Concistori ordinari pubblici, per la creazione di nuovi cardinali
3 Genealogia episcopale e successione apostolica
4 Critiche e aspetti controversi
5 Onorificenze
6 Documentari
7 Note
8 Bibliografia
9 Voci correlate
10 Altri progetti
11 Collegamenti esterni


Biografia
La casa natale di Joseph RatzingerLe origini e la gioventù
Il padre, Joseph Ratzinger, era commissario di gendarmeria e proveniva da una modesta famiglia di agricoltori della diocesi di Passavia, nella Bassa Baviera; la madre, di Rimsting, sul lago Chiem in Baviera, era figlia di artigiani e, prima di sposarsi, aveva lavorato come cuoca in diversi alberghi.[2]

Con il Gesetz über die Hitlerjugend, emendato il 6 marzo 1939 e in vigore fino al 1945, Hitler obbligava tutti i giovani di età compresa fra i 14 e i 18 anni ad arruolarsi nella Hitlerjugend.

Dopo i primi studi in seminario, all'età di 16 anni il giovane Joseph venne assegnato al programma Luftwaffenhelfer ("personale di supporto alla Luftwaffe") a Monaco e fu assegnato in un reparto di artiglieria contraerea esterno alla Wehrmacht che difendeva gli stabilimenti della BMW. Fu assegnato per un anno ad un reparto di intercettazioni radiofoniche. Con il peggioramento delle sorti tedesche nel conflitto fu trasferito e incaricato allo scavo di trincee, quindi inviato insieme a gruppi di coetanei a compiere marce in alcune città tedesche cantando canti nazionalsocialisti per sollevare il morale della popolazione. Come egli stesso ricorda, nell'aprile del 1944 durante una di queste marce disertò, e riuscì ad evitare la fucilazione, prevista per i disertori, grazie ad un sergente che lo fece scappare[3]. Con la disfatta tedesca, nell'aprile del 1945 Ratzinger fu recluso per alcune settimane in un campo degli Alleati, vicino a Ulma, come prigioniero di guerra; venne rilasciato il 19 giugno 1945. Durante tutto questo periodo non ebbe mai necessità di sparare un colpo e infatti non si trovò mai a partecipare a scontri armati[3].

Gli studi
Ha compiuto inizialmente i suoi studi in filosofia all'università di Monaco di Baviera e successivamente alla scuola superiore di Filosofia e Teologia di Frisinga, dove discusse la tesi di teologia dal titolo Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di sant'Agostino. Nel periodo di Frisinga fu ospitato presso l'Herzogliches Georgianum, un seminario interdiocesano dove confluivano tutti i candidati al sacerdozio della Baviera. Egli descrive quegli anni come un periodo culturalmente molto ricco e stimolante. La formazione che ricevette risentì soprattutto del neoplatonismo agostiniano e del pensiero di Pascal, correnti filosofiche molto presenti nell'ambiente culturale tedesco.

Il 29 giugno 1951 all'età di 24 anni è stato ordinato sacerdote, assieme a suo fratello maggiore Georg.

Nel 1955, presentando la tesi di abilitazione all'insegnamento dal titolo La teologia della storia di san Bonaventura per la cattedra di dogmatica e teologia fondamentale a Frisinga, venne accusato dall'insegnante correlatore Michael Schmaus di un «pericoloso modernismo» per il fatto che le idee teologiche qui espresse avrebbero potuto portare alla soggettivizzazione del concetto di rivelazione. La tesi fu opportunamente modificata (conservando comunque la struttura di pensiero) e l'anno successivo Ratzinger superò l'esame di abilitazione alla libera docenza. I suoi contrasti con il correlatore, sorti soprattutto perché ne aveva criticato le posizioni considerandole ormai superate,[4] favorirono un avvicinamento a Karl Rahner, che Schmaus aveva invitato a Königstein, assieme a tutti i dogmatici di lingua tedesca, per la Pasqua del 1956 al fine di costituire l'associazione tedesca dei teologi dogmatici e fondamentali.

Lo stemma cardinalizio di Joseph RatzingerPer il giovane professore fu un'esperienza fondamentale la partecipazione, dal 1962, al concilio Vaticano II dove acquisì notorietà internazionale. Inizialmente partecipò come consulente teologico dell'arcivescovo di Colonia (Germania) cardinale Josef Frings, e poi come perito del Concilio, su interessamento dello stesso Frings, fin dalla fine della prima sessione. Risulta interessante sottolineare che Ratzinger, grazie al cardinale Frings che lo teneva aggiornato, poté consultare regolarmente gli schemi preparatori (schemata) che sarebbero stati presentati ai Padri dopo la convocazione dell'assemblea conciliare. Egli ha lasciato scritto che non trovava alcuna ragione per rifiutarli del tutto, ma il rifiuto, durante il Concilio, fu da molti richiesto e, infine, ottenuto[senza fonte]. Fu un periodo in cui arricchì molto le proprie conoscenze teologiche, avendo infatti avuto modo di incontrare molti teologi come Henri De Lubac, Jean Daniélou, Yves Congar, Gérard Philips, oltre a cardinali e vescovi di tutto il mondo.

Per dieci anni, dal 1959 al 1969 fu insegnante a Bonn, Münster, e Tubinga. Nel 1969 divenne professore ordinario di teologia dogmatica e storia dei dogmi all'Università di Ratisbona.

Il servizio ecclesiastico
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Il cardinale Ratzinger durante una celebrazione liturgica Il cardinal Joseph Ratzinger in un'istantaneaIl 24 marzo 1977 venne nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga da papa Paolo VI ed il 28 maggio dello stesso anno ricevette la consacrazione episcopale.[5] Il successivo 27 giugno Paolo VI lo creò cardinale, e gli fu assegnato il titolo di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino.

Nel 1978 prese parte ai conclavi che elessero papa Giovanni Paolo I e papa Giovanni Paolo II.

Ratzinger "prefetto della fede"
Il 25 novembre 1981 papa Giovanni Paolo II lo nominò prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, l'organo della Santa Sede che si occupa di vigilare sulla correttezza della dottrina cattolica, carica che manterrà fino all'elevazione al soglio pontificio. Il 15 febbraio 1982 rinunciò al governo pastorale dell'arcidiocesi di Monaco e Frisinga.

Nel 1985, rompendo la lunga tradizione di discrezione che caratterizzava l'ex Sant'Uffizio, accettò di essere intervistato dal giornalista italiano Vittorio Messori, già autore di due saggi su Gesù. Dall'incontro dell'agosto 1984 in un'ala chiusa del seminario di Bressanone, nacque il libro Rapporto sulla fede che, oltre a riscuotere successo in termini di vendite, provocò critiche all'interno e all'esterno della Chiesa cattolica.[6]

Come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, è autore dell'epistola De Delictis Gravioribus datata 18 maggio 2001 e rivolta a tutti i vescovi e ad altri membri della gerarchia della Chiesa cattolica. Successivamente, è stato citato come imputato dalla Corte distrettuale della contea di Harris (Texas), perché accusato di "ostruzione della giustizia" a seguito dell'invio dell'epistola. Secondo l'accusa, il documento della Congregazione potrebbe aver favorito la copertura di prelati coinvolti nei casi di molestie sessuali negli Stati Uniti (molti dei quali su minorenni). Il 20 settembre 2005 però il Dipartimento di Stato statunitense ha accolto la richiesta di concedere al Papa l'immunità diplomatica, in quanto capo in carica di uno Stato sovrano, esentandolo di fatto dal processo[7].

Per approfondire, vedi le voci De Delictis Gravioribus e Crimen sollicitationis.

Altri ruoli e riconoscimenti
Papa Paolo VI mentre consegna l'anello cardinalizio a Joseph RatzingerDa cardinale, fu chiamato da Giovanni Paolo II a presiedere la Pontificia Commissione Biblica, la Commissione Teologica Internazionale, la Commissione per la preparazione del catechismo della Chiesa cattolica (dal 1986 al 1992), e la Commissione di cardinali per la preparazione del Compendio del catechismo (dal 2003 al 2005).

Il 15 aprile 1993 venne elevato alla dignità di cardinale vescovo e prese possesso del titolo della sede suburbicaria di Velletri-Segni, che resse fino alla sua elezione a papa. Il cardinalato è infatti diviso in tre gradi: diacono, presbitero e vescovo. Questa distinzione, oggi più nominale che sostanziale, è un ricordo di quando ancora i collaboratori più stretti del Romano Pontefice, i cardinali appunto, potevano essere diaconi, preti o vescovi. Attualmente chi viene elevato alla dignità cardinalizia, se non è già vescovo, è consacrato tale prima di ricevere la berretta, a meno che non rinunci espressamente all'episcopato.

Il 10 novembre 1999 gli venne conferita dalla Libera Università Maria Santissima Assunta la laurea honoris causa in Giurisprudenza.

Il 30 novembre 2002 divenne decano del collegio cardinalizio e prese possesso del titolo della Sede suburbicaria di Ostia. Come decano del Sacro Collegio, venerdì 8 aprile 2005, presiedette la cerimonia funebre per Giovanni Paolo II ("Messa esequiale del Romano Pontefice").

L'asteroide 8661 Ratzinger è stato a lui dedicato, in ricordo del suo impegno da cardinale in favore degli archivi vaticani.

L'elezione come successore di Giovanni Paolo II
Il cardinale Ratzinger (in basso a destra) officia i funerali del suo predecessore, Giovanni Paolo IIRatzinger fu eletto papa durante il secondo giorno del conclave del 2005, al quarto scrutinio, nel pomeriggio del 19 aprile 2005. Scelse il nome di papa "Benedetto XVI".

« Cari fratelli e sorelle, dopo il grande papa Giovanni Paolo II, i signori cardinali hanno eletto me, un semplice ed umile lavoratore nella vigna del Signore. Mi consola il fatto che il Signore sa lavorare ed agire anche con strumenti insufficienti e soprattutto mi affido alle vostre preghiere. Nella gioia del Signore risorto, fiduciosi nel suo aiuto permanente, andiamo avanti. Il Signore ci aiuterà e Maria sua Santissima Madre, starà dalla nostra parte. Grazie. »
(Il primo messaggio pubblico di papa Benedetto XVI)

Alle 17:56 fu dato l'annuncio dell'elezione con la tradizionale fumata bianca del comignolo della Cappella Sistina (ci fu in effetti un'iniziale incertezza sul colore del fumo, ma i dubbi furono sciolti alle 18:07, dal suono delle campane della basilica di San Pietro in Vaticano). Dopo circa mezz'ora, il cardinale protodiacono Jorge Arturo Medina Estévez si affacciò dal balcone della loggia centrale della basilica per annunciare l'habemus Papam.[8]

Nel suo primo discorso da papa, seguito dalla benedizione Urbi et Orbi, riservò un ricordo al suo amico e predecessore Giovanni Paolo II.

Secondo la ricostruzione più puntuale del conclave,[9] raccolta dal vaticanista Lucio Brunelli, il cardinale più votato dopo Ratzinger sarebbe stato l'arcivescovo di Buenos Aires Jorge Mario Bergoglio, mentre gli altri candidati (come Carlo Maria Martini, Camillo Ruini e Angelo Sodano) avrebbero ricevuto poche preferenze.

La scelta del nome
Benedetto XVI durante una celebrazione in Piazza San PietroIl 27 aprile Benedetto XVI spiegò, in occasione della sua prima udienza generale in piazza San Pietro, le ragioni della scelta del suo nome:

« Ho voluto chiamarmi Benedetto XVI per riallacciarmi idealmente al venerato pontefice Benedetto XV, che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale. Fu coraggioso e autentico profeta di pace e si adoperò con strenuo coraggio dapprima per evitare il dramma della guerra e poi per limitarne le conseguenze nefaste. Sulle sue orme desidero porre il mio ministero a servizio della riconciliazione e dell'armonia tra gli uomini e i popoli, profondamente convinto che il grande bene della pace è innanzitutto dono di Dio, dono purtroppo fragile e prezioso da invocare, tutelare e costruire giorno dopo giorno con l'apporto di tutti. Il nome Benedetto evoca, inoltre, la straordinaria figura del grande "Patriarca del monachesimo occidentale", san Benedetto da Norcia, compatrono d'Europa insieme ai santi Cirillo e Metodio e le sante donne Brigida di Svezia, Caterina da Siena ed Edith Stein. La progressiva espansione dell'ordine benedettino da lui fondato ha esercitato un influsso enorme nella diffusione del cristianesimo in tutto il continente. San Benedetto è perciò molto venerato anche in Germania e, in particolare, nella Baviera, la mia terra d'origine; costituisce un fondamentale punto di riferimento per l'unità dell'Europa e un forte richiamo alle irrinunciabili radici cristiane della sua cultura e della sua civiltà. »


Lo stemma
Lo stemma di Benedetto XVIÈ tradizione, da almeno otto secoli, per vescovi, cardinali e per il pontefice adottare uno stemma araldico. Dal Rinascimento in poi, con questo stemma sono decorati i monumenti e le opere fatte edificare dal papa, oltre che i documenti da lui scritti.

Benedetto XVI ha deciso di mantenere nel suo stemma i simboli che aveva usato da vescovo prima e da cardinale poi. Nel complesso tuttavia egli ha introdotto alcune novità rispetto ai suoi predecessori.

Lo scudo, la cui forma è detta "a calice", si presenta diviso in tre parti in una modalità chiamata «cappatura».

In quella centrale è riportata una conchiglia, simbolo dei pellegrini, ma che ricorda anche la leggenda secondo cui Agostino d'Ippona, incontrando su una spiaggia un bambino che con una conchiglia voleva svuotare il mare dalla sua acqua, comprese l'impossibilità per la mente umana di capire il mistero di Dio. La conchiglia inoltre compare anche nello stemma del monastero di Schotten, a Ratisbona, a cui Benedetto XVI è particolarmente legato.

A destra e a sinistra compaiono i simboli della diocesi di Frisinga. Il moro a sinistra è per Benedetto XVI simbolo dell'universalità della Chiesa, mentre l'orso che trasporta un fardello richiama la leggenda di san Corbiniano, primo vescovo di Frisinga. La tradizione vuole che il santo, mentre si recava a Roma, venisse assalito da un orso che uccise il suo cavallo. Corbiniano allora rimproverò l'orso e lo costrinse a portare il suo bagaglio fino a Roma, dove lo liberò. Papa Benedetto XVI ricorda le parole di sant'Agostino nel commento del salmo 72: «Sono divenuto per te come una bestia da soma, e così io sono in tutto e per sempre vicino a te», e l'orso diventa per lui il simbolo dello stesso pontefice.

Dietro lo scudo, com'è consuetudine, si trovano le due chiavi "decussate", cioè incrociate, una d'oro e l'altra d'argento, simbolo di san Pietro. Un segno di forte discontinuità con la tradizione araldica papale,[10] invece, è dato dall'introduzione, sopra lo scudo, di una mitra, che ha sostituito la tiara papale usata dai suoi predecessori e sempre presente nello stemma fin dal pontificato di Clemente V nel 1305.

La mitra è d'argento e riporta tre fasce d'oro che mantengono i simboli della tiara (i tre poteri di Ordine, Giurisdizione e Magistero), collegati verticalmente fra di loro al centro per indicare la loro unità nella stessa persona. Per significare la dignità pontificale è stato introdotta in basso l'immagine del pallio, segno della collegialità e dell'unità tra il papa e la Chiesa.

Il motto
Nello stemma dell'attuale pontefice non compare nessun motto, come del resto non compariva neppure negli stemmi dei suoi immediati predecessori. Quando è stato eletto vescovo, ha scelto come motto due parole dalla Terza lettera di Giovanni, «Cooperatores Veritatis». Se Giovanni Paolo II richiamò esplicitamente il motto scelto da vescovo (Totus tuus) una volta divenuto papa (compare ad esempio nel mosaico del Palazzo apostolico raffigurante la Mater Ecclesiae, ben visibile da piazza San Pietro), Benedetto XVI, da papa, non ha mai citato esplicitamente il motto Cooperatores veritatis.

La messa di inizio del ministero petrino
La prima uscita di Benedetto XVI con la "papamobile"Domenica 24 aprile 2005 si tenne in piazza San Pietro la messa ("Santa Messa di imposizione del pallio e consegna dell'anello del pescatore per l'inizio del Ministero petrino del Vescovo di Roma", tradizionalmente detta "Messa di incoronazione" fino a papa Paolo VI) per l'inizio del ministero petrino di Benedetto XVI, il quale pronunciò un'omelia all'insegna dell'ecumenismo, della continuità nei confronti del suo predecessore e dell'apertura verso i fedeli.

« Ed ora, in questo momento, io debole servitore di Dio devo assumere questo compito inaudito, che realmente supera ogni capacità umana. Come posso fare questo? Come sarò in grado di farlo? Voi tutti, cari amici, avete appena invocato l'intera schiera dei santi, rappresentata da alcuni dei grandi nomi della storia di Dio con gli uomini. In tal modo, anche in me si ravviva questa consapevolezza: non sono solo. Non devo portare da solo ciò che in realtà non potrei mai portare da solo. La schiera dei santi di Dio mi protegge, mi sostiene e mi porta. E la Vostra preghiera, cari amici, la Vostra indulgenza, il Vostro amore, la Vostra fede e la Vostra speranza mi accompagnano »


Al termine della cerimonia il Papa attraversò con la jeep piazza San Pietro, gremita di 500.000 persone,[11] e ricevette le delegazioni internazionali nella basilica.

La presa di possesso della Cattedra romana
Il 7 maggio 2005 nella basilica di San Giovanni in Laterano si tenne la messa di insediamento sulla cattedra romana del vescovo di Roma. Durante l'omelia il Papa riprese il concetto di "debole servitore di Dio": «Colui che è il titolare del ministero petrino deve avere la consapevolezza di essere un uomo fragile e debole - come sono fragili e deboli le sue proprie forze - costantemente bisognoso di purificazione e di conversione».

Il pontificato
Le linee guida
L'invito a rispettare tutte le religioni
In seguito alla pubblicazione su un quotidiano conservatore danese di alcune caricature di Maometto, il Papa affermò: «Dio punirà chi sparge sangue in suo nome» e condannò le reazioni violente che si ebbero alla pubblicazione delle «vignette blasfeme» ed espresse solidarietà al mondo musulmano ribadendo l'invito al rispetto di tutte le religioni.

Durante la visita in Germania del settembre 2006, Benedetto XVI lanciò un monito all'"Occidente laico" che, escludendo Dio, spaventerebbe le altre culture dell'Asia e dell'Africa: «La vera minaccia per la loro identità non viene vista nella fede cristiana, ma nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto della libertà ed eleva l'utilità a supremo criterio morale per i futuri successi della ricerca». Sull'"Islam fondamentalista" disse: «La guerra santa è contraria alla natura di Dio».

Altri messaggi per la pace
A luglio intervenne così sugli attentati di Londra: «Preghiamo per le vittime degli attentati di Londra, ma anche per gli attentatori, Dio ama la vita».
25 dicembre 2005: nel messaggio urbi et orbi per il Natale, ha chiamato l'umanità del terzo millennio a un risveglio spirituale, senza il quale «l'uomo dell'era tecnologica rischierebbe di restare vittima dei successi della sua stessa intelligenza».
1º gennaio 2006: durante la messa per il nuovo anno, ha invitato l'ONU a una rinnovata coscienza delle proprie responsabilità per promuovere la giustizia, la solidarietà e la pace nel mondo.
16 aprile 2006: nel messaggio urbi et orbi del giorno di Pasqua ha parlato della situazione politica internazionale auspicando che per le crisi legate al nucleare, e dunque in particolare per l'Iran, si giunga a una composizione onorevole per tutti, mediante negoziati seri e leali, e si rafforzi nei responsabili delle Nazioni e delle Organizzazioni internazionali la volontà di realizzare una pacifica convivenza tra etnie, culture e religioni, che allontani la minaccia del terrorismo. Il pontefice ha poi parlato della situazione in Iraq, chiedendo la pace, e del conflitto in Terra Santa, ribadendo il diritto di Israele ad esistere e auspicando la creazione di uno stato palestinese. Nel discorso è anche presente un invito alla concordia per l'Italia, in riferimento allo scontro post-elettorale del 2006.
17 giugno 2007: parlando da Assisi, in occasione dell'800° anniversario della conversione di San Francesco, rivolge un appello affinché abbiano fine tutte le guerre nel mondo. L'appello viene reiterato il 25 gennaio 2007 al messaggio urbi et orbi per il Natale.
Il dialogo ecumenico con la Chiesa ortodossa
Uno degli snodi fondamentali del pontificato di Benedetto XVI è il dialogo ecumenico con il Patriarcato di Costantinopoli e la Chiesa ortodossa tutta.

Questa attenzione da parte di Benedetto XVI è sottolineata da uno dei suoi primi atti ufficiali da pontefice, il primo Motu Proprio "L'antica e venerabile basilica" del 31 maggio 2005, in cui rinnova esplicitamente il mandato ai monaci benedettini della basilica di San Paolo fuori le mura di promuovere e curare speciali eventi di carattere ecumenico, proprio nella basilica eretta sul luogo di sepoltura dell'apostolo Paolo.

Durante il viaggio apostolico in Turchia nel 2006, il Papa ha assistito alla Divina Liturgia ortodossa celebrata da Bartolomeo I, insieme hanno visitato il santuario di Efeso e scritto una dichiarazione congiunta. Nel 2007 si sono incontrati a Ravenna i rappresentanti delle due Chiese per intavolare un dialogo al fine di attenuare le divergenze teologiche.

Il 29 giugno 2008, nella Basilica Vaticana, durante la celebrazione dei santi Pietro e Paolo, Benedetto XVI ha ceduto la parola a Bartolomeo I durante l'omelia, quindi i due hanno recitato insieme il Credo in lingua greca. Quest'ultimo è un segno importantissimo per l'appianamento della disputa sul filioque. Al termine della celebrazione hanno impartito entrambi la propria benedizione solenne.

Il 5 ottobre 2008, su invito di Benedetto XVI, anche Bartolomeo I partecipa all'apertura dei lavori del Sinodo dei vescovi cattolici (tematizzato sulla Parola di Dio) nella Basilica di san Paolo fuori le mura. Il 18 ottobre successivo, Bartolomeo I interviene nel vivo dei lavori del Sinodo, con un discorso pronunciato nella Cappella Sistina, nel quale ha parlato apertamente di una prospettiva unitaria fra cattolici ed ortodossi: è il primo patriarca ortodosso a partecipare attivamente ai lavori di un Sinodo cattolico ed il primo a pronunciare un discorso nel luogo nel quale vengono eletti i successori di Pietro.

Il 27 giugno 2009, in un discorso alla delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli presenti a Roma in occasione della conclusione dell'Anno Paolino, ha detto che:

« Lo sapete già, ma ho piacere anche oggi di confermare che la Chiesa cattolica intende contribuire in tutti i modi che le saranno possibili al ristabilimento della piena comunione, in risposta alla volontà di Cristo per i suoi discepoli e conservando nella memoria l'insegnamento di Paolo, il quale ci ricorda che siamo stati chiamati "a una sola speranza". [...] Desidero che i partecipanti al dialogo cattolico-ortodosso sappiano che le mie preghiere li accompagnano e che questo dialogo ha il totale sostegno della Chiesa cattolica. Di tutto cuore, auspico che le incomprensioni e le tensioni incontrate fra i delegati ortodossi durante le ultime sessioni plenarie di questa commissione siano superate nell'amore fraterno, di modo che questo dialogo sia più ampiamente rappresentativo dell'ortodossia. »
(Discorso alla delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, 27 giugno 2009[12])

L'attenzione ai temi del Concilio Vaticano II
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Benedetto XVI durante una Messa Solenne in San PietroI documenti del Concilio Vaticano II sono stati più volte ripresi da papa Ratzinger nei sui discorsi e documenti. A quarant'anni dalla sua conclusione egli prega affinché il Vaticano II possa continuare a guidare la Chiesa «per contribuire ad instaurare nel mondo quella fraternità universale che risponde alla volontà di Dio sull'uomo». L'attualità di quei documenti, secondo il Pontefice, è oggi addirittura aumentata; in ogni caso, il Papa ha, più volte, esplicitamente ripudiato quell'interpretazione che vorrebbe intendere il Vaticano II come un procedimento di rottura, rispetto alla tradizione della Chiesa.

In questo senso, ha testualmente affermato l'erroneità di quell'opinione secondo la quale il Concilio Vaticano II avrebbe dato vita ad una sorta di "rivoluzione" all'interno della Chiesa che autorizzerebbe a mutare, rispetto al passato, il costante insegnamento del magistero in materia di dottrina o di fede. Di conseguenza, l'unica interpretazione lecita dei documenti del Vaticano II, deve comunque procedere in assoluto accordo, rispetto al contenuto ed allo spirito delle precedenti proposizioni che informano quel millenario "depositum Fidei" che appare proprio alla tradizione cattolica.

Il rapporto della Chiesa con ebrei e musulmani
Benedetto XVI in visita nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau durante il viaggio apostolico in Polonia (28 maggio 2006)Benedetto XVI nei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau
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La controversia di Ratisbona e il dialogo con l'Islam
Per approfondire, vedi la voce Controversia sulla lezione di Ratisbona di papa Benedetto XVI.

Sempre fedele all'insegnamento dei documenti conciliari, il Papa ha ricordato la dichiarazione Nostra Aetate, che ha precisato «l'atteggiamento della Comunità ecclesiale nei confronti delle religioni non cristiane», riaffermando il rapporto speciale che i cristiani hanno con gli ebrei, la stima verso i musulmani e i membri delle altre religioni, confermando «lo spirito di fraternità universale che bandisce qualsiasi discriminazione o persecuzione religiosa». Tuttavia, in apparente contraddizione con le precedenti dichiarazioni, la citazione di una frase dell'imperatore bizantino Manuele II Paleologo a proposito della guerra santa "Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava"[13], fatta da Benedetto XVI nell'ambito di una lectio magistralis presso l'Università di Ratisbona durante il suo viaggio in Baviera, ha provocato nel mondo islamico violente reazioni.

Il Pontefice, il cui Angelus è andato in diretta sulla tv satellitare araba Al Jazira, ha ribadito che il testo medievale citato nel discorso di Ratisbona non esprime il suo pensiero e ha invitato l'Islam ad un dialogo franco e sincero: «Sono vivamente rammaricato per le reazioni suscitate da un breve passo del mio discorso all'Università di Ratisbona, ritenuto offensivo per la sensibilita dei credenti musulmani»[14]. Senza alcun precedente nella storia della Chiesa, nel 2007 e nel 2008 sono avvenuti più scambi culturali e teologici ad altissimo livello tra cattolici e musulmani, culminati con un incontro fra una nutrita delegazione di intellettuali e teologi islamici e lo stesso Benedetto XVI, in Vaticano.

La polemica sul negazionismo del vescovo Richard Williamson
Per approfondire, vedi la voce Controversia sulla remissione della scomunica al vescovo Richard Williamson.

Il rapporto con la comunità ebraica vive un periodo di crisi all'indomani della remissione della scomunica ai quattro vescovi lefebvriani, concessa il 21 gennaio 2009. Pochi giorni dopo, mons. Richard Williamson (uno dei quattro vescovi) ha pubblicamente professato una posizione negazionista sulla Shoah, in ragione della quale il Rabbinato capo di Israele ha dichiarato di voler interrompere i rapporti con il Vaticano[15].

Le scuse del priore della Fraternità sacerdotale San Pio X, mons. Bernard Fellay, non sono bastate a placare la polemica, soprattutto perché indirizzate al Papa e non alla comunità ebraica. Fellay nel suo comunicato comunque dichiarava che: «Le affermazioni di monsignor Williamson non riflettono in nessun caso la posizione della nostra Fraternità. Perciò io gli ho proibito, fino a nuovo ordine, ogni presa di posizione pubblica su questioni politiche o storiche»[16].

Sollecitato da più parti, lo stesso Pontefice nell'udienza generale del 28 gennaio 2009 ha espresso parole chiare volte a contestare ogni forma di negazionismo della Shoah e a esprimere piena solidarietà agli ebrei hanno mostrato la precisa ed esplicita volontà della Chiesa nel voler continuare il dialogo: «In questi giorni nei quali ricordiamo la Shoah, mi ritornano alla memoria le immagini raccolte nelle mie ripetute visite ad Auschwitz, uno dei lager nei quali si è consumato l'eccidio efferato di milioni di ebrei, vittime innocenti di un cieco odio razziale e religioso. Mentre rinnovo con affetto l’espressione della mia piena e indiscutibile solidarietà con i nostri Fratelli destinatari della Prima Alleanza, auspico che la memoria della Shoah induca l'umanità a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell'uomo. La Shoah sia per tutti monito contro l'oblio, contro la negazione o il riduzionismo. [...] La Shoah insegni sia alle vecchie sia alle nuove generazioni che solo il faticoso cammino dell'ascolto e del dialogo, dell’amore e del perdono conduce i popoli, le culture e le religioni del mondo all'auspicato traguardo della fraternità e della pace nella verità. Mai più la violenza umili la dignità dell’uomo!»[17]. Nella stessa occasione il Pontefice ha esplicitato chiaramente che la remissione della scomunica ai quattro vescovi scismatici è stata compiuta come «atto di paterna misericordia» e che egli auspicava che a questo gesto facesse séguito «il sollecito impegno da parte loro di compiere gli ulteriori passi necessari per realizzare la piena comunione con la Chiesa, testimoniando così vera fedeltà e vero riconoscimento del magistero e dell'autorità del Papa e del Concilio Vaticano II»[17]. Critiche al Papa sul caso Williamson sono state espresse dalla cancelliera tedesca Angela Merkel [18].

Tuttavia, il 4 febbraio 2009 la Segreteria di Stato della Santa Sede diffonde una nota in cui si afferma:[19] «Le posizioni di Mons. Williamson sulla Shoah sono assolutamente inaccettabili e fermamente rifiutate dal Santo Padre, come Egli stesso ha rimarcato il 28 gennaio scorso quando, riferendosi a quell'efferato genocidio, ha ribadito la Sua piena e indiscutibile solidarietà con i nostri Fratelli destinatari della Prima Alleanza, e ha affermato che la memoria di quel terribile genocidio deve indurre "l'umanità a riflettere sulla imprevedibile potenza del male quando conquista il cuore dell'uomo", aggiungendo che la Shoah resta "per tutti monito contro l'oblio, contro la negazione o il riduzionismo, perché la violenza fatta contro un solo essere umano è violenza contro tutti"».

«Il Vescovo Williamson, per una ammissione a funzioni episcopali nella Chiesa - aggiunge la nota - dovrà anche prendere in modo assolutamente inequivocabile e pubblico le distanze dalle sue posizioni riguardanti la Shoah, non conosciute dal Santo Padre nel momento della remissione della scomunica».

Nella nota la Segreteria di Stato chiarisce anche «alcuni aspetti della vicenda». Anzitutto «la remissione della scomunica». Il Decreto della Congregazione per i vescovi, si legge nella nota, «è stato un atto con cui il Santo Padre veniva benignamente incontro a reiterate richieste da parte del superiore generale della Fraternità San Pio X. Sua Santità ha voluto togliere un impedimento che pregiudicava l’apertura di una porta al dialogo. Egli ora si attende che uguale disponibilità venga espressa dai quattro vescovi in totale adesione alla dottrina e alla disciplina della Chiesa». È stato ribadito che, contrariamente a quanto molti mezzi d'informazione avevano fatto capire, la remissione della scomunica non significa che lo scisma dei lefebvriani dal cattolicesimo sia stato ricomposto e che, quindi, la Fraternità San Pio X resta esterna alla Chiesa. E inoltre che «per un futuro riconoscimento della Fraternità San Pio X è condizione indispensabile il pieno riconoscimento del Concilio Vaticano II e del Magistero dei Papi Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e dello stesso Benedetto XVI. La Chiesa Cattolica attende con viva speranza questi atti da parte dei Vescovi riammessi alla piena comunione cattolica per fare festa insieme come il Vangelo suggerisce».

Sulla vicenda, le critiche di Angela Merkel sono rientrate in una "comune affermazione" di condanna e ricordo della Shoah a seguito di un colloquio telefonico fra il Papa e la cancelliera tedesca.

La visita in Terra Santa
In occasione di un'udienza alle organizzazioni ebree statunitensi in Vaticano, il Pontefice annunciò che nella primavera 2009 si sarebbe recato in Terra Santa: Israele, Palestina e Giordania. Nella stessa occasione, il Papa ha chiesto perdono al popolo ebraico con le stesse parole che usò Giovanni Paolo II nel 2000: «faccio mia la sua preghiera. "Signore dei nostri padri, che scegliesti Abramo e i suoi discendenti per portare il tuo Nome alle Nazioni: siamo profondamente addolorati per il comportamento di coloro che nel corso della storia hanno causato sofferenza ai tuoi figli e, nel chiedere perdono, vogliamo impegnare noi stessi per una autentica fratellanza con il Popolo dell'Alleanza"». Inoltre, il Papa ha definito «inaccettabile e intollerabile» la posizione di chi, tra gli uomini di Chiesa, nega o minimizza la Shoah (riferimento, questo, esplicito alla posizione del vescovo scismatico Williamson)[20]. Il presidente dello Yad Vashem, il museo israeliano sulla Shoah, ha espresso apprezzamento e fiducia per le «frasi inequivocabili» del Pontefice[21]. Questo scambio sembra aver chiuso la accesa polemica sulle posizioni del vescovo negazionista e scismatico lefebvriano Richard Williamson.

La rivalutazione di aspetti della tradizione
Benedetto XVI indossa il camauro durante l'udienza generale del 28 dicembre 2005.Dall'11 ottobre 2006 è circolata sulla stampa la notizia secondo cui Benedetto XVI avrebbe avuto già pronto un Motu proprio per la liberalizzazione della Messa tridentina.[22] La notizia è stata confermata il 28 giugno 2007 da un comunicato stampa ufficiale e commentata dal cardinale Segretario di Stato, Tarcisio Bertone:[23] nel corso di una riunione avvenuta lo stesso giorno "è stato illustrato ai rappresentanti di diverse conferenze episcopali il contenuto e lo spirito" del provvedimento papale.

Il 7 luglio 2007 è stato dunque promulgato il motu proprio Summorum Pontificum, secondo il quale qualunque sacerdote cattolico possa, entro precise condizioni, celebrare la messa secondo il rito romano antico con il Messale romano del 1962 (promulgato in quell'anno da papa Giovanni XXIII, che aggiornò così il messale di papa Pio V), anteriore alla riforma liturgica, entrata in vigore dal 1970, e caduto in disuso a causa della riforma stessa. A tali funzioni i fedeli sono ammessi, secondo il provvedimento stesso, solo se essi stessi lo richiedono. Precedentemente questa possibilità era riservata ai soli sacerdoti che avessero ottenuto il permesso dal proprio ordinario, secondo quanto stabilito dal motu proprio Ecclesia Dei promulgato da Giovanni Paolo II nel 1988 (che auspicava una larga generosità, di rado verificatasi, dei vescovi nel concedere il permesso). Il provvedimento è stato corredato da una lettera di accompagnamento, nella quale il Papa ha auspicato che questa nuova disciplina possa rappresentare un passo verso il riassorbimento dello scisma dei lefebvriani. Secondo le nuove norme introdotte[3], il Rito romano si esplica in due forme: la forma ordinaria, che è la messa di papa Paolo VI, e la forma extraordinaria, che è la messa tridentina.

È d'altra parte evidente che il ritorno ad una spiritualità maggiormente legata alla tradizione millenaria della Chiesa è uno dei punti centrali del pontificato di Benedetto XVI: anche nell'esortazione post-sinodale Sacramentum caritatis (2006) era stato auspicato un più ampio uso del latino e del canto gregoriano nelle liturgie.

Benedetto XVI con la tradizionale mozzetta in velluto rosso bordata di pelliccia di ermellino.Papa Benedetto XVI ha deciso di reindossare alcuni abiti pontifici risalenti al Rinascimento. È il caso del camauro, un copricapo di velluto rosso bordato di pelliccia d'ermellino bianco che era stato indossato dai papi fino al Settecento, per poi essere ripreso da Leone XIII e successivamente da Giovanni XXIII: dopo più di quarant'anni il camauro è stato utilizzato da Benedetto XVI nel corso delle udienze generali del 21 e 28 dicembre 2005. Un altro antico abito papale rispolverato da Ratzinger (l'8 dicembre 2005, in occasione del consueto omaggio alla statua dell'Immacolata, in Piazza di Spagna) è la mozzetta di velluto rosso bordata di ermellino bianco, che fu usata fino ai primi anni di pontificato di Paolo VI e che Benedetto XVI indossa in tutte le occasioni in cui è tradizionalmente previsto (preghiera comune, incontri diplomatici, ecc.). Durante il periodo pasquale del 2008 il Papa ha riutilizzato la mozzetta bianca bordata di ermellino, utilizzata per l'ultima volta da Paolo VI il 26 marzo 1967 quando firmò la sua enciclica Populorum Progressio.

In occasione dell'udienza generale del 6 settembre 2006, ha indossato il cappello detto "saturno" a tesa larga, un copricapo rosso, così chiamato per la sua vaga somiglianza con il pianeta, adatto soprattutto a proteggersi dal caldo, che era spesso indossato da papa Giovanni XXIII.[24], e, da papa Paolo VI e, nei primi anni di pontificato, anche da papa Giovanni Paolo II. Benedetto XVI, in seguito, ha più volte indossato il saturno durante le udienze generali tenute all'aperto, nei mesi estivi. A partire dal novembre 2007 il Papa ha sostituito il Maestro delle cerimonie liturgiche pontificie monsignor Piero Marini con monsignor Guido Marini. Il Maestro delle cerimonie liturgiche pontificie in sostanza è colui che prepara e assiste le liturgie papali e Guido Marini interpreta la liturgia con sobrietà, solennità e tradizione. A partire dalle prime celebrazioni del Papa con monsignor Guido Marini, sono stati reintrodotti camici in pizzo, mitrie gemmate e piviali tradizionali e la croce al centro dell'altare affiancata dai sette candelabri; inoltre è stato utilizzato dopo lungo tempo il trono dello Spirito Santo, fabbricato durante il pontificato di papa Leone XIII. L' alto trono papale è stato ricollocato al centro dell'altare per mettere in risalto la presidenza liturgica del Papa, "successore di Pietro" e "vicario di Cristo".

Con un motu proprio datato 11 giugno 2007, Benedetto XVI ha disposto che i papi dovranno essere eletti da una maggioranza di due terzi, indipendentemente dal numero di scrutini, come accadeva da secoli prima della Costituzione apostolica del 1996 di Giovanni Paolo II, Universi Dominici Gregis, pertanto emendata.

Il 13 gennaio 2008 Benedetto XVI ha celebrato la messa all'altare antico della Cappella Sistina, con offertorio e liturgia eucaristica svolti col viso a est e le spalle ai fedeli. Questa scelta è stata giustificata dalla volontà di recuperare «la bellezza e l'armonia» della Cappella Sistina affrescata da Michelangelo, senza ricorrere all'altare su pedana mobile tante volte usato da Giovanni Paolo II.

Benedetto XVI insieme al Presidente degli Stati Uniti Barack Obama il 10 luglio 2009 Benedetto XVI con i coniugi ObamaSempre dal 2008, nelle celebrazioni liturgiche presiedute dal Papa è tornato a campeggiare il crocifisso in centro all'altare, e non a lato, per «indicare la centralità del crocifisso nella celebrazione eucaristica e l'orientamento esatto che tutta l'assemblea è chiamata ad avere durante la liturgia eucaristica: non ci si guarda, ma si guarda a Colui che è nato, morto e risorto per noi, il Salvatore».[25] Inoltre è stato utilizzato alcune volte il trono papale «usato in particolari circostanze, per semplicemente mettere in risalto la presidenza liturgica del Papa, successore di Pietro e vicario di Cristo».[25]

A partire dal 22 maggio 2008, festa del Corpus Domini, il Papa ha comunicato i fedeli che erano inginocchiati davanti a lui, seguendo la tradizione, e cioè non consegnando la particola consacrata nelle mani ma mettendola direttamente nella bocca. La prassi tradizionale sottolinea maggiormente il significato dell'Eucaristia come rinnovato sacrificio di Gesù rispetto a quella ordinariamente in uso, che evidenzia maggiormente la dimensione della mensa.[26]

In un'intervista all'Osservatore Romano del 26 giugno 2008, monsignor Guido Marini ha illustrato dettagliatamente molti degli aspetti delle celebrazioni liturgiche di Benedetto XVI che sono apparsi come un ritorno alla tradizione. Egli ha, tra l'altro dichiarato che «le vesti liturgiche adottate, come anche alcuni particolari del rito, intendono sottolineare la continuità della celebrazione liturgica attuale con quella che ha caratterizzato nel passato la vita della Chiesa. L'ermeneutica della continuità è sempre il criterio esatto per leggere il cammino della Chiesa nel tempo. Ciò vale anche per la liturgia. Come un Papa cita nei suoi documenti i Pontefici che lo hanno preceduto, in modo da indicare la continuità del magistero della Chiesa, così nell'ambito liturgico un Papa usa anche vesti liturgiche e suppellettili sacre dei Pontefici che lo hanno preceduto per indicare la stessa continuità anche nella lex orandi. Vorrei però far notare che il Papa non usa sempre abiti liturgici antichi. Ne indossa spesso di moderni. L'importante non è tanto l'antichità o la modernità, quanto la bellezza e la dignità, componenti importanti di ogni celebrazione liturgica».[25]

Dal 29 giugno 2008 il Papa ha recuperato il vecchio pallio che ha una forma circolare chiusa, con i due estremi pendenti sul petto e sulla schiena. Le croci che lo adornano restano rosse, ma la forma è più grande e lunga. Benedetto XVI ha cambiato anche il pastorale, ripristinando il modello usato da papa Pio IX (ferula), quello dorato a forma di croce greca al posto di quello argentato con la figura del crocifisso introdotto da papa Paolo VI.

Il 6 gennaio 2009, in occasione della cappella papale in San Pietro per la solennità dell'Epifania, Benedetto XVI ha utilizzato, per la prima volta, il tronetto di papa Pio IX, musealizzato sotto il pontificato di Giovanni Paolo II trent'anni prima e mai più utilizzato successivamente.[27]

Comunque Benedetto XVI, dopo l'elezione papale, ha celebrato sempre secondo il messale di Paolo VI.

Il 24 gennaio 2009 ha rimesso la scomunica latae sententiae ai Vescovi della Fraternità Sacerdotale San Pio X, mediante un decreto della Congregazione per i vescovi, accogliendo una lettera di monsignor Bernard Fellay del 15 dicembre 2008 in cui il presule dichiarava a nome della Fraternità: «siamo sempre fermamente determinati nella volontà di rimanere cattolici e di mettere tutte le nostre forze al servizio della Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo, che è la Chiesa cattolica romana. Noi accettiamo i suoi insegnamenti con animo filiale. Noi crediamo fermamente al Primato di Pietro e alle sue prerogative, e per questo ci fa tanto soffrire l’attuale situazione».[28] La remissione della comunica è una tappa importante del cammino auspicato da Benedetto XVI che dovrebbe portare «al più presto alla completa riconciliazione e alla piena comunione».[28]

Il 2 luglio 2009, nell'emanare il motu proprio Ecclesiae unitatem, il Papa ritorna sulla questione della remissione delle scomuniche, confermando le motivazioni già esposte, e chiarisce esplicitamente che «le questioni dottrinali [con la Fraternità S. Pio X] rimangono e, finché non saranno chiarite, la Fraternità non ha uno statuto canonico nella Chiesa e i suoi ministri non possono esercitare in modo legittimo alcun ministero».

La lettera ai cattolici della Cina
Il 30 giugno 2007 è stata diffusa la tanto annunciata lettera di Benedetto XVI ai fedeli della Chiesa cinese, che porta la data del 27 maggio 2007, solennità di Pentecoste. La lettera è diretta alla Chiesa in Cina e tratta questioni eminentemente religiose, rispondendo a precisi quesiti che vengono posti da tempo alla Santa Sede da parte di vescovi e di sacerdoti cinesi. Non è, quindi, un documento politico né un atto di accusa contro le autorità governative, pur non potendo ignorare le note difficoltà che la Chiesa in Cina deve affrontare quotidianamente. Il Papa ricorda il "disegno originario", che Cristo ha avuto della sua Chiesa e che ha affidato agli apostoli e ai loro successori, i vescovi. Alla luce di esso, egli prende in considerazione varie problematiche della vita della Chiesa in Cina, che sono sorte negli ultimi 50 anni. Da tale "disegno" trae anche ispirazione e orientamenti per affrontare e risolvere, in spirito di comunione e di verità, le suddette problematiche.

Nella lettera, il Papa si dice pienamente disponibile ed aperto ad un sereno e costruttivo dialogo con le autorità civili al fine di trovare una soluzione ai vari problemi, riguardanti la comunità cattolica, e di arrivare alla desiderata normalizzazione dei rapporti fra la Santa Sede e il Governo della Repubblica Popolare Cinese, nella certezza che i cattolici, con la libera professione della loro fede e con una generosa testimonianza di vita, contribuiscono, come buoni cittadini, anche al bene del popolo cinese[29].

Fede e ragione
Benedetto XVI, in "papamobile", durante il viaggio apostolico in BrasileNella lectio magistralis intitolata Fede, ragione e università, tenuta presso l'Università di Ratisbona durante il suo viaggio in Baviera nel settembre 2006, il Papa ha sviluppato un intervento sul tema dei rapporti tra fede e ragione, già oggetto di uno studio di papa Giovanni Paolo II (enciclica Fides et Ratio, 1998).

Benedetto XVI, pronunciandosi nettamente contro ogni forma di imposizione violenta di un credo religioso, ha espresso la sua «convinzione che agire contro la ragione sia in contraddizione con la natura di Dio» e che nell'elemento del Logos (espressione greca per "parola", cioè verbo di Dio, ma anche "ragione") si trovi «la profonda concordanza tra ciò che è greco nel senso migliore e ciò che è fede in Dio sul fondamento della Bibbia».

La globalizzazione
Durante la messa dell'Epifania del gennaio 2008 papa Benedetto XVI asserì che «non si può dire infatti che la globalizzazione sia sinonimo di ordine mondiale, tutt'altro» ed aggiunse «i conflitti per la supremazia economica e l'accaparramento delle risorse energetiche, idriche e delle materie prime rendono difficile il lavoro di quanti, ad ogni livello, si sforzano di costruire un mondo giusto e solidale».[30]

L'incontro con Küng
Il 26 settembre 2005 ha avuto luogo un colloquio tra papa Benedetto XVI e Hans Küng, suo amico e collega negli anni del Concilio. Küng, che da anni è in contrasto con la posizione ufficiale della Chiesa su molte questioni teologiche, era stato sospeso dall'attività di teologo cattolico da Giovanni Paolo II, che non volle mai riceverlo in Vaticano. L'incontro con Benedetto XVI si è invece svolto in un clima amichevole: il Papa teologo ha «apprezzato» lo «sforzo» di Küng di «contribuire ad un rinnovato riconoscimento degli essenziali valori morali dell'umanità attraverso il dialogo delle religioni e nell'incontro con la ragione secolare», ha sottolineato che «l'impegno per una rinnovata consapevolezza dei valori che sostengono la vita umana è un obiettivo importante del suo Pontificato» e ha anche affermato di condividere il tentativo di Küng di «ravvivare il dialogo tra fede e scienze naturali e di far valere, nei confronti del pensiero scientifico, la ragionevolezza e la necessità della Gottesfrage».[31] Küng ha invece espresso il «suo plauso circa gli sforzi del Papa a favore del dialogo delle religioni e anche circa l'incontro con i differenti gruppi sociali del mondo moderno». Il 13 aprile 2006 (Giovedì Santo) ha anche dichiarato che «questo pontefice saprà stupirci».[32]

Il caso Fernando Lugo
Nel luglio 2008, con una decisione senza precedenti, Benedetto XVI è stato l'artefice della prima dimissione dallo stato clericale di un vescovo nella storia della Chiesa: si trattava di Fernando Lugo, eletto tre mesi prima presidente del Paraguay alla guida di un partito di sinistra. La richiesta, inizialmente respinta, era stata posta dallo stesso Lugo all'indomani dell'avvenuta elezione. Il ripensamento del Pontefice è stato accolto come "un gesto d'amore" da parte dell'interessato, che così ha commentato: "Che amore deve avere Benedetto XVI per il Paraguay se per il bene del nostro paese ha deciso di esonerarmi da tutte le responsabilità clericali!"[33].

Morale sessuale
Benedetto XVI con il cardinale Camillo RuiniIl 23 luglio 1992 la Congregazione per la Dottrina della fede guidata dall'allora cardinale Ratzinger, pubblicò un documento dal titolo Alcune considerazioni concernenti la Risposta a proposte di legge sulla non discriminazione delle persone omosessuali.
Il 29 novembre 2005 il Vaticano approvò definitivamente il documento[34] con cui la Chiesa cattolica vieta l'accesso ai seminari a tutte le persone che «praticano l'omosessualità», hanno «tendenze omosessuali profondamente radicate» o che sostengono «la cosiddetta cultura gay» («Qualora, invece, si trattasse di tendenze omosessuali che fossero solo l'espressione di un problema transitorio, come, ad esempio, quello di un'adolescenza non ancora compiuta, esse devono comunque essere state chiaramente superate almeno tre anni prima dell'Ordinazione diaconale»).
Importante è ricordare che il giovane che desidera essere prete nella Chiesa cattolica, di rito latino, sceglie uno stato di vita celibatario. Qualunque siano i suoi orientamenti sessuali è chiamato alla castità e alla continenza.

Nel n. 2358 del Catechismo della Chiesa cattolica, testo questo firmato da Giovanni Paolo II ma preparato da una commissione guidata dall'allora card. Ratzinger, si legge: «Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione».
Nel Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, Benedetto XVI ribadì il no agli atti che vanno contro la morale sessuale cattolica: stupro, prostituzione, pornografia, fornicazione, adulterio, atti omosessuali, masturbazione e contraccezione, nonché qualsiasi pratica sessuale che «si proponga come scopo o come mezzo, di impedire la procreazione». Tali atti vengono definiti come i «principali peccati contro la castità». Benedetto XVI invitò tutti gli individui ad accettare la propria identità sessuale, ricordando però che «Dio ha creato l'uomo maschio e femmina». Vengono considerati contro la morale cattolica anche inseminazione e fecondazione artificiale perché «dissociano la procreazione dall'atto con cui gli sposi si donano mutualmente, instaurando così un dominio della tecnica sull'origine e sul destino della persona umana».

Il 1º dicembre 2005, in occasione della XVIII Giornata Mondiale per la Lotta all'AIDS, Benedetto XVI sostenne che la strategia da seguire nella lotta all'AIDS dev’essere basata «su continenza, promozione della fedeltà nel matrimonio, importanza della vita familiare, educazione, assistenza ai poveri», non menzionando l'uso del preservativo, condannato, come detto, dalla Chiesa cattolica. Il 18 marzo 2009 condanna esplicitamente l'uso del preservativo contro l'AIDS, asserendo che il preservativo «non serve a risolvere il problema», suscitando forti reazioni contrarie nei rappresentanti dei principali paesi della UE.
L'11 maggio 2006, rivolgendosi ai partecipanti ad un congresso internazionale dell'"Istituto Giovanni Paolo II per gli studi sul matrimonio e la famiglia", riaffermò che la «differenza sessuale» di un uomo e una donna «ha come fine un'unione aperta alla trasmissione della vita» e invitò «ad evitare la confusione tra il matrimonio e altre unioni basate su un amore debole. Solo l'amore tra uomo e donna è capace di costruire una società casa di tutti gli uomini».
Il 19 maggio 2006, con un comunicato della Santa Sede, sancì l'imposizione del ritiro a vita privata per padre Marcial Maciel, fondatore della congregazione religiosa dei Legionari di Cristo, accusato di abusi sessuali da parte di ex preti, già espulsi dalla congregazione (i presunti abusi risalirebbero agli anni cinquanta). William Joseph Levada, successore di Ratzinger a prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, tenendo conto sia dell'età avanzata del reverendo Maciel sia della sua salute cagionevole, decise di rinunciare al processo canonico e di invitare Maciel ad una vita riservata di preghiera e di penitenza, rinunciando ad ogni ministero pubblico. Ratzinger, continuando a seguire il caso anche dopo l'elezione papale, approvò le decisioni di Levada, confermando comunque la sua stima alla congregazione «indipendentemente dalla persona del fondatore».
Viaggi apostolici
Benedetto XVI al suo arrivo in Polonia Benedetto XVI con George W. Bush Per approfondire, vedi la voce Viaggi apostolici di Benedetto XVI.

Il primo viaggio apostolico di Benedetto XVI all'estero si è svolto nell'agosto 2005 a Colonia, in occasione della XX Giornata Mondiale della Gioventù (nel corso del quale ha visitato la sinagoga e la comunità islamica locale). Nel maggio 2006 papa Benedetto si è recato in Polonia, terra di papa Giovanni Paolo II, durante il quale ha fatto visita al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. L'8 e 9 luglio il Pontefice si è recato nella città di Valencia (Spagna) in occasione del V Incontro Mondiale delle Famiglie.[35]

Dal 9 al 14 settembre 2006 il Pontefice si è recato nella sua terra natale, la Baviera. Dal 29 novembre al 1 dicembre 2006 si è recato in Turchia; in questo viaggio ha tentato di ricucire i rapporti con l'Islam (incrinati dalle dichiarazioni rilasciate alla lezione universitaria di Ratisbona) definendo la religione islamica una "religione di libertà e pace". Dal 9 al 14 maggio 2007 ha compiuto il suo primo viaggio extra-continentale recandosi in visita in Brasile, mentre dal 7 al 9 settembre si è recato in Austria. Tra i viaggi in Italia si ricordano quello a Bari, a Loreto, a Pavia, a Napoli, a Verona e a Cassino.

Nel 2008 Benedetto XVI si è recato negli Stati Uniti d'America (15-21 aprile), a Savona e Genova (17-18 maggio), a Santa Maria di Leuca e Brindisi (14-15 giugno), a Sydney per la Giornata Mondiale della Gioventù (12-21 luglio), a Cagliari (7 settembre), in occasione del centenario della proclamazione della Vergine di Bonaria a patrona massima della Sardegna; si è poi recato in Francia (12-15 settembre), in visita a Parigi e a Lourdes, in occasione del centocinquantesimo anniversario delle apparizioni a Bernadette Soubirous.

Nel 2009 il Papa si è recato in Camerun (17-20 marzo), Angola (20-23 marzo), Giordania e Israele (8-15 maggio).

Opere e documenti
Per approfondire, vedi la voce Opere e documenti di Benedetto XVI.

Papa Benedetto XVI ha scritto molti saggi e durante il suo pontificato, oltre a vari altri documenti, ha promulgato tre lettere encicliche (Deus caritas est, Spe Salvi e Caritas in veritate), e ha pubblicato un libro personale sulla figura storica di Gesù Cristo (Gesù di Nazaret).

Concistori ordinari pubblici, per la creazione di nuovi cardinali
Per approfondire, vedi la voce Concistori di Papa Benedetto XVI.

Benedetto XVI ha presieduto due concistori, il primo il 24 marzo 2006 ed il secondo il 24 novembre 2007. Nel corso del primo ha nominato 15 cardinali (di cui 12 elettori); nel secondo invece ne ha nominati 23 (di cui 18 elettori).

Mentre nel concistoro del 2006 sono stati elevati alla porpora prevalentemente arcivescovi impegnati nel governo pastorale di una diocesi nel mondo, in quello del 2007 si è invece avuta anche una forte componente di "cardinali di Curia", ossia impegnati nelle diverse funzioni della Santa Sede.

Genealogia episcopale e successione apostolica
Cardinale Scipione Rebiba
Cardinale Giulio Antonio Santorio
Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
Cardinale Ludovico Ludovisi
Cardinale Luigi Caetani
Cardinale Ulderico Carpegna
Cardinale Paluzzo Paluzzi Altieri degli Albertoni
Papa Benedetto XIII O.P.
Papa Benedetto XIV
Papa Clemente XIII
Cardinale Bernardino Giraud
Cardinale Alessandro Mattei
Cardinale Pietro Francesco Galleffi
Cardinale Giacomo Filippo Fransoni
Cardinale Antonio Saverio De Luca
Arcivescovo Gregor Leonhard Andreas von Scherr, O.S.B.
Arcivescovo Friedrich von Schreiber
Arcivescovo Franz Joseph von Stein
Arcivescovo Joseph von Schork
Vescovo Ferdinand von Schlör
Arcivescovo Johann Jakob von Hauck
Vescovo Ludwig Sebastian
Cardinale Joseph Wendel
Arcivescovo Josef Schneider
Vescovo Josef Stangl
Papa Benedetto XVI[36]
Critiche e aspetti controversi
Alcune pubblicazioni sono critiche circa la veridicità delle affermazioni di Ratzinger sul proprio rapporto con il nazismo.[37] Nel libro di autori anonimi, chiamati "Discepoli di verità" Senza misericordia della Kaos edizioni, viene enfatizzata l'ammirazione del giovane Ratzinger per il cardinale Michael von Faulhaber, che nel libro viene accusato di avere avuto posizioni filo-naziste e antisemite, sebbene sia stato un autore dell'enciclica di condanna del nazismo Mit brennender Sorge e definito dai nazisti come Judenkardinal (il «cardinale ebreo»).[38]

In occasione dell'uscita del sesto volume della saga di Harry Potter, il 16 luglio 2005, esplose la polemica sul Papa ed il maghetto. In tale circostanza vennero infatti rese pubbliche due lettere scritte nel 2003 dall'allora cardinale Ratzinger a Gabriele Kuby, autrice del saggio Harry Potter, bene o male?. Nella prima, del 7 marzo, il futuro Papa scrisse:

(DE)
« Es ist gut, daß Sie in Sachen Harry Potter aufklären, denn dies sind subtile Verführungen, die unmerklich und gerade dadurch tief wirken und das Christentum in der Seele zersetzen, ehe es überhaupt recht wachsen konnte » (IT)
« È un bene che Lei faccia chiarezza sulle questioni di Harry Potter, giacché queste sono seduzioni sottili, che hanno un effetto impercettibile ed appunto per questo profondo, e logorano il Cristianesimo nell'anima prima che questo possa formarsi perfettamente »
(Joseph Ratzinger)

In Italia la stampa ne ha tuttavia diffuso una traduzione diversa ed assai approssimativa, la quale è stata la causa essenziale del clamore: «È un bene che lei illumini la gente su Harry Potter perché si tratta di subdole seduzioni, che agiscono inconsciamente e quindi in profondità, distorcendo il Cristianesimo nell'anima, prima che possa formarsi». Il 27 maggio dello stesso anno il cardinale scrisse ancora all'autrice del libro contro il maghetto: «Posso con piacere darle il mio permesso di riferire il mio giudizio su Harry Potter. Cordiali saluti e benedizioni».[39]

Nel dicembre 2005 Benedetto XVI non ha presenziato al concerto Natale in Vaticano, inoltre non ha mandato nessun messaggio o video e non ha ricevuto gli artisti che si erano esibiti nella manifestazione, in aperta discontinuità con il comportamento del suo predecessore. Nel 2006 e nel 2007 Benedetto XVI ha espressamente negato agli organizzatori di organizzare il concerto nell'aula Paolo VI, costringendoli a spostare la sede rispettivamente al Grimaldi Forum di Montecarlo e al Teatro Filarmonico di Verona con grande disappunto di molti artisti tra cui Ron, Laura Pausini e Andrea Bocelli. La ragione di questo comportamento è da molti individuata nel fatto che il Papa non ama la musica pop.[40]

Per approfondire, vedi la voce Controversia sulla lezione di Ratisbona di papa Benedetto XVI.

Il 12 settembre 2006 Benedetto XVI nel discorso all'Università di Ratisbona, in un momento molto difficile della storia recente tra guerra in Iraq e terrorismo islamico in piena recrudescenza, scelse di parlare di un argomento che in quel momento appariva quantomeno delicato.[41] Alcuni punti del discorso, anche se costituivano una dotta citazione, fecero temere ripercussioni diplomatiche.

Il 1º dicembre 2007 accogliendo un centinaio di rappresentanti di Ong di ispirazione cattolica accreditate presso le Nazioni Unite, il Papa ha criticato la "logica relativistica" che spesso segna il dibattito internazionale, auspicando che la dottrina sociale della Chiesa cattolica sia recepita a livello internazionale.[42] Le Nazioni Unite ribadiranno a mezzo del proprio portavoce l'origine «nata da un accordo tra Stati e il proprio fondamento basato sui diritti dell'uomo. Una delle pietre miliari della sua storia è la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo».[43]

Per approfondire, vedi la voce Controversia sull'invito di Papa Benedetto XVI alla Sapienza.

Il 15 gennaio 2008 il Papa, su richiesta del rettore dell'Università di Roma "La Sapienza", è stato invitato ad intervenire all'inaugurazione dell'anno accademico. Tale scelta è stata criticata da 67 docenti della stessa università. Tali posizioni hanno portato la Santa Sede a declinare l'invito, ed hanno scatenato polemiche in tutto il mondo politico, giornalistico e scientifico.

Il 20 marzo 2008 Papa Benedetto XVI è accusato in una registrazione audio trasmessa sul web attribuita ad Osama Bin Laden di essere essere coinvolto in un piano di demonizzazione dell'Islam.

Per approfondire, vedi la voce Controversia sulla remissione della scomunica al vescovo Richard Williamson.

Fra il gennaio e il febbraio del 2009, a seguito della remissione della scomunica ai quattro vescovi scismatici della Fraternità Sacerdotale San Pio X ordinati senza mandato pontificio da Marcel Lefebvre, scoppia una polemica internazionale incentrata sulla tempistica della remissione principalmente a causa della posizione negazionista della Shoah assunta dal vescovo Richard Williamson in un'intervista[44][45] rilasciata il 1º novembre 2008[46][47][48][49] e trasmessa dalla televisione di Stato svedese "SVT" il 21 gennaio 2009, giorno medesimo del ritiro della scomunica.

Per approfondire, vedi la voce Controversia sulle dichiarazioni di Benedetto XVI in materia di lotta all'AIDS.

Nuove critiche sono state indirizzare a Ratzinger durante il suo viaggio in Camerun e Angola del marzo 2009. Alla domanda se durante il viaggio avrebbe affrontato il problema della lotta contro l'AIDS, Benedetto XVI ha dichiarato che la distribuzione dei preservativi non sarebbe una soluzione contro l'AIDS, ma anzi costituirebbe un aggravio del problema. La dichiarazione del Papa è stata stigmatizzata da più governi e da molti fra uomini politici, scienziati, organizzazioni umanitarie e personale coinvolto nella lotta all'AIDS, con ripercussioni anche sul piano diplomatico: in aprile il Belgio ha inoltrato una protesta formale presso la Santa Sede, chiedendone la ritrattazione; il legislativo spagnolo ha stabilito di votare in dicembre una risoluzione con il medesimo testo. Nella comunità scientifica si è registrata la dura presa di posizione del periodico medico Lancet, che in un editoriale del 28 marzo ha accusato il Papa di aver «distorto la verità scientifica» con affermazioni «oltraggiose ed estremamente inaccurate».

Onorificenze
Cavaliere dell'Ordine di Massimiliano per le Scienze e le Arti

— 1996
Balì Gran Croce di Onore e di Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta

— 1999[50]
Documentari
Le Chiavi del Regno, da Giovanni Paolo II a Benedetto XVI del Centro Televisivo Vaticano, distribuito da HDH Communications, 2006.
Benedetto XVI, il Papa dell'amicizia con Dio della RAI e trasmesso da Rai Uno per l'80° genetliaco del Pontefice.
"Benedetto XVI" I miei 80 anni illuminati dalla luce della Divina Misericordia. La storia siamo noi - Rai Educational
Note
^ Benedetto XVI ha tuttavia rinunciato al titolo di patriarca d'Occidente impiegato dai suoi predecessori.
^ La nonna materna Maria Tauber-Peintner nacque il 29 giugno 1855, a Rasa, un paesino nei pressi di Bressanone, che allora si trovava nell'impero austro-ungarico, mentre oggi è in territorio italiano. Cfr. (DE) Gelmi Josef, Die Päpste mit dem Namen Benedikt, Weger, Brixen 2008
^ a b c Joseph Ratzinger. "La mia vita - Ricordi (1927-1977)"
^ Notizie sui contrasti tra Ratzinger e il correlatore Michael Schmaus dal mensile 30 giorni [1]
^ Per mano di Josef Strangl, vescovo di Würzburg, assistito da Rudolf Graber, vescovo di Ratisbona e da Ernst Tewes, vescovo ausiliare di Monaco e Frisinga
^ Vittorio Messori#L'intervista a Ratzinger.
^ Preti pedofili, Usa non coinvolgono il Papa. Il Corriere della Sera. URL consultato il 2008-01-19.
^ L'annuncio cerimoniale fu preceduto, per la prima volta, dal saluto Fratelli e Sorelle carissimi, pronunciato in italiano, spagnolo, francese, tedesco e inglese
^ Lucio Brunelli, "I segreti del Conclave. Così vinse Ratzinger", Repubblica, 23 ottobre 2005
^ Araldica Ecclesiastica di Giorgio Aldrighetti
^ Notizie sul numero di persone partecipanti alla messa d'insediamento
^ Alla Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo e della conclusione dell’Anno Paolino, 27 giugno 2009, Benedetto XVI
^ [2]
^ [3]
^ [4]
^ Negazionismo: I lefebvriani chiedono perdono al Papa
^ a b Benedetto XVI, Udienza generale del 28 gennaio 2009
^ [5]
^ L'Osservatore Romano. «Nota della Segreteria di Stato». URL consultato in data 05-02-2009.
^ Il Papa: "Andrò in Terra Santa" e chiede scusa agli ebrei
^ Yad Vashem: da Benedetto XVI parole inequivocabili
^ Torna la Messa in latino: pronto il decreto del Papa, di Andrea Tornielli su Il Giornale dell'11 ottobre 2006.
^ "Il Papa ripristina la Messa in latino", di Elisa Pinna su Ansa del 28 giugno 2007.
^ Mozzetta e camauro non sono accessori.
^ a b c Intervista a Guido Marini dell'Osservatore Romano, 26-06-2008.
^ Papa: a S. Giovanni niente Comunione nelle mani dei fedeli
^ Il tronetto di Pio IX
^ a b Remissione della scomunica latae sententiae ai Vescovi della Fraternità Sacerdotale San Pio X
^ testo della lettera
^ Il Papa contro la globalizzazione , Repubblica 6 gennaio 2008
^ Articolo Kung: Benedetto XVI vi sorprenderà.
^ http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=56947
^ [6]
^ Il documento, di nove pagine, era stato approvato dal Papa il 31 agosto 2005, prima di essere siglato dal prefetto della Congregazione, il cardinale Zenon Grocholewski e dal segretario, l'arcivescovo John Michael Miller, il 4 novembre 2005
^ Articolo Benedetto XVI a Valencia per il V incontro mondiale delle famiglie.
^ Fonte: Catholic Hierarchy, URL consultato il 2008-09-22. A stampa: cf. Dell'Omo, La genealogia episcopale (vd. infra Bibliografia).
^ Nell'agosto 2006 l'attrice e voce storica della sinistra militante Franca Rame si domanda a proposito dell'appartenenza del premio Nobel Günter Grass alle SS, alludendo all'arruolamento obbligatorio di Ratzinger nella Hitlerjugend «Allora cosa dovrebbe fare Benedetto XVI? Restituire il pontificato?». Lo storico del nazismo tedesco Joachim Fest rispose sulle pagine di Repubblica [7] che: «Il giovane Joseph Ratzinger fu arruolato a forza dai nazisti, e solo come ausiliario nella contraerea. Il giovane Günter Grass invece si presentò volontario. E tra la contraerea e le SS c'era una bella differenza davanti alla Coscienza del mondo. Ma vogliamo scherzare? Una cosa era aiutare obbligati i cannonieri antiaerei contro i bombardieri alleati, altro era vestire volontari l'uniforme di chi massacrava partigiani sovietici, ebrei polacchi o donne e bambini francesi a Oradour-sur-Glane. Chi, come Franca Rame, chiede di criticare il Papa non meno di Grass, non sa o non vuole né pensare né ricordare la Storia».
^ (DE)
« seit 1923 von seinen Gegnern als „Juden-Kardinal“ beschimpfen lassen, nachdem er in der Allerseelenpredigt wachsenden Antisemitismus und die willkürliche Ausweisung polnischer Juden kritisiert hatte. » (IT)
« Dal 1923 Michael von Faulhaber venne soprannominato dai suoi oppositori "Juden-Kardinal", dopo che nella predica del giorno dei morti aveva criticato il crescente antisemitismo e l'espulsione arbitraria degli ebrei polacchi. »
(Die Tagespost)
vedi
^ con riferimento all'articolo Sacro contro profano de Il Resto del Carlino.
^ Il Papa annulla concerto di Natale. Ratzinger non ama il pop. URL consultato il 2008-06-07.
^ Testo integrale del discorso
^ Udienza ai partecipanti al forum di organizzazioni non governative di ispirazione cattolica del 1-12-2007
^ Duro attacco del Papa all'Onu "Dimentica la dignità dell'uomo" - La Repubblica del 1 dicembre 2007
^ (EN) Intervista integrale della trasmissione "Uppdrag granskning" della SVT, televisione di Stato svedese
^ Video intervista - La Stampa Multimedia.
^ il Giornale. «Dietro al vescovo negazionista un complotto contro il Papa», 03-02-2009. URL consultato in data 14-02-2009.
^ il Riformista. «Esclusivo. Il dossier segreto del Papa: Ratzinger vede una regia dietro il caso Williamson», 03-02-2009. URL consultato in data 14-02-2009.
^ (FR) Eucharestie Miséricordieuse. «L’opposition au Pape Benoît XVI dans les allées du pouvoir», 04-02-2009. URL consultato in data 14-02-2009.
^ il Foglio. «Ecco nomi e cognomi della fronda anti Ratzinger», 07-02-2009. URL consultato in data 14-02-2009.
^ Articolo dal sito zenit.org, [8]
Bibliografia
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Marco Bardazzi, Nella vigna del Signore. La vita e il pensiero di Joseph Ratzinger, Papa Benedetto XVI, Rizzoli, Milano, 2005 ISBN 8817008699.
Dino Boffo e altri, "Benedetto - Gli 80 anni di un Papa che conquista", Avvenire, Milano, 2007.
Mariano Dell'Omo, La genealogia episcopale di papa Benedetto XVI, "Benedictina" 52 (2005), pp. 9-14.
Jeff Israely e Gianni Giansanti, Benedetto XVI - L'alba di un nuovo papato, WhiteStar, Vercelli, 2006.
Alberto Melloni, L'inizio di Papa Ratzinger, Einaudi, Torino, 2006, ISBN 8806182889.
(DE) Karl Mittermaier, Die deutschen Päpste. Benedikt XVI. und seine deutschen Vorgänger, 2006.
Papa Giovanni Paolo II, Fides et Ratio. Libreria editrice vaticana, 1998.
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Giancarlo Zizola, Benedetto XVI. Un successore al crocevia, Mondadori, Milano, 2005, ISBN 8820039885.
Autore anonimo, Contro Ratzinger, ISBN Edizioni, 2006, ISBN 8876380388.
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Discepoli di verità, I triangoli rosa di Benedetto XVI: la fobia antigay di Joseph Ratzinger, Milano, Kaos, 2005. ISBN 8879531514
Alessandra Borghese, Sulle tracce di Joseph Ratzinger, Edizione Cantagalli, 2006
Francesco Antonio Grana, Compromettiti con Dio. La rivoluzione di Benedetto XVI, prefazione del Cardinale Michele Giordano, L'Orientale Editrice, Napoli, 2007, ISBN 9788887466539.
Joseph Ratzinger, La mia vita - Autobiografia, Edizioni San Paolo, Cinisello Balsamo, 1997. ISBN 8821554643.
Voci correlate
Caritas in veritate
Deus caritas est
Spe Salvi
Conclave del 2005
Viaggi apostolici di Benedetto XVI
Concistori di Papa Benedetto XVI
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Collegamenti esterni
Biografia ufficiale sul sito del Vaticano.
Canale:The Vatican - Canale YouTube ufficiale della Santa Sede in italiano.
il sito su Benedetto XVI curato dalla redazione di Avvenire.
Scheda di papa Benedetto XVI dal sito Santiebeati.
Benedetto XV: Ritratto di un Papa tedesco. La Storia Siamo Noi - Rai Educational.
Dubbi e perplessità sul nuovo papa, dal sito di la Repubblica (articolo del 2005).
Predecessore: Arcivescovo di Monaco e Frisinga Successore:
Julius August Döpfner 24 marzo 1977 - 15 febbraio 1982 Friedrich Wetter I
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Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Maria Consolatrice al Tiburtino Successore:
Jérôme Louis Rakotomalala 27 giugno 1977 - 5 aprile 1993 Ricardo María Carles Gordó I
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Predecessore: Presidente della Commissione Teologica Internazionale Successore:
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Predecessore: Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede Successore:
Franjo Šeper 25 novembre 1981 - 2 aprile 2005 William Joseph Levada I
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Predecessore: Presidente della Pontificia Commissione Biblica Successore:
Willem Marinus van Rossum 25 novembre 1981 - 2 aprile 2005 William Joseph Levada I
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Predecessore: Cardinale vescovo di Velletri-Segni Successore:
Sebastiano Baggio 5 aprile 1993 - 19 aprile 2005 Francis Arinze I
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Predecessore: Cardinale vescovo di Ostia Successore:
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Predecessore: Decano del Collegio Cardinalizio Successore:
Bernardin Gantin 27 novembre 2002 - 19 aprile 2005 Angelo Sodano I
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